Opera 3.50x1,50 circa. Realizzata con mappe geografiche riciclate. Come tutto il mio lavoro le figure prendono forma dall’unione di luoghi distanti nella geografia reale. I confini si spezzano, perdono il loro valore e ne conquistano un altro. I piatti, le posate, i bicchieri, tutto è costruito secondo un “new world order”, una nuova psicogeografia. La curiosità, il sogno e il terrore della condivisione. La paura del superamento dei propri limiti e dell'abbandono della confort zone.